1 Ottobre 2025
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Le azioni DroneShield volano del 40%: cosa c’è dietro l’impennata e cosa aspettarsi?

DroneShield Stock Skyrockets 40%: What’s Behind the Surge and What’s Next?
  • Salto delle azioni: Le azioni di DroneShield (ASX:DRO) sono aumentate di circa il 40% all’inizio di ottobre 2025, spinte da nuovi contratti per la difesa e importanti traguardi di vendita [1].
  • Ordini importanti: Il rally è seguito alla notizia che DroneShield ha vinto due contratti con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per un valore di 7,9 milioni di AUD per sistemi portatili di rilevamento droni e che l’azienda ha ora venduto oltre 4.000 unità anti-drone a livello globale [2].
  • Tecnologia e prodotti: DroneShield produce soluzioni portatili contro UAS (sistemi aerei senza pilota). I suoi prodotti principali includono il RfPatrol (un sensore RF leggero e indossabile che fornisce avvisi in tempo reale sulla presenza di droni nelle vicinanze) e il DroneGun Mk4 (un jammer monomano che può interrompere i collegamenti di controllo e navigazione di un drone) [3] [4]. Questi sistemi (insieme alle versioni per veicoli e siti fissi) utilizzano software avanzati basati su IA per fondere più sensori ed effettori in una rete di difesa stratificata [5].
  • Contratti per la difesa: Le recenti vittorie includono i suddetti accordi con il DoD statunitense, $61,6 milioni in contratti militari europei (il più grande ordine singolo di sempre per DroneShield) [6], un contratto del programma Australian Land 156 (~5,0 milioni di AUD) per dispositivi portatili anti-drone [7], e una vendita da 10,4 milioni di AUD (tramite il pacchetto di aiuti del governo australiano) all’Ucraina. DroneShield sta inoltre collaborando localmente in Ucraina e pianificando linee di produzione interne negli Stati Uniti e nell’UE per supportare questi programmi.
  • Finanziari: DroneShield è diventata redditizia nel 2025 grazie a un’impennata dei ricavi. Nel primo semestre dell’anno fiscale 2025 (anno fino a giugno), i ricavi sono aumentati del 210% su base annua, raggiungendo 72,3 milioni di dollari australiani (utile ante imposte di 5,2 milioni di dollari australiani) [8], dopo una perdita nel primo semestre dell’anno fiscale 2024. L’azienda riporta un forte portafoglio ordini (visibilità sui ricavi FY2025 di circa 176 milioni di dollari australiani [9]) e riserve di cassa (~204 milioni di dollari australiani senza debiti [10]).
  • Tendenze di settore: La spesa globale per la difesa anti-drone è in forte crescita. Markets&Markets prevede che il mercato anti-drone passerà da circa 4,5 miliardi di dollari nel 2025 a circa 14,5 miliardi di dollari entro il 2030 (CAGR ~26,5%) [11]. Iniziative della NATO e dell’UE (incluso un previsto “muro di droni” per proteggere il fianco orientale dell’Europa [12]) e conflitti come la guerra Russia–Ucraina stanno alimentando una domanda urgente di tecnologia C-UAS.
  • Concorrenza: DroneShield si confronta con grandi rivali della difesa come Raytheon (RTX), Lockheed Martin, Rafael (Israele), IAI (Israele), Leonardo (Italia), Thales (Francia), Saab (Svezia) e player di nicchia come Dedrone (USA) [13]. Il suo vantaggio competitivo risiede in apparecchiature di rilevamento RF e disturbo altamente portatili, potenziate dall’IA, progettate sia per uso militare che civile.
  • Opinioni degli analisti: I broker sono generalmente ottimisti. Tony Sycamore di IG Markets osserva che gli investitori stanno “puntando su” DroneShield in previsione di un aumento dei budget per la difesa [14]. Shaw and Partners (un broker di Melbourne) ha recentemente confermato un rating di Buy e un target di 3,60 A$, evidenziando gli accordi con la NATO e gli Stati Uniti che “consolidano DroneShield come leader di mercato nelle tecnologie di disturbo C-UAS” [15]. Il CEO di DroneShield Oleg Vornik e il CEO USA Matt McCrann sottolineano che le agenzie di difesa a livello globale considerano il contrasto ai droni come fondamentale per la “resilienza nazionale” – un passaggio da spesa opzionale a essenziale [16] [17].

L’impennata delle azioni DroneShield arriva sulla scia di annunci di contratti specifici e traguardi di vendita. Il 17 settembre 2025, DroneShield ha confermato di aver ottenuto due nuovi contratti con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per un totale di 7,9 milioni di AUD per sistemi portatili anti-drone (principalmente il RfPatrol) [18]. L’azienda ha inoltre annunciato che le sue installazioni cumulative hanno ora superato i 4.000 dispositivi in tutto il mondo – una soglia che sottolinea la maturità e la fiducia nella sua tecnologia. Come ha osservato il CEO USA di DroneShield Matt McCrann, “Superare i 4.000 sistemi in servizio è una pietra miliare importante… Sottolinea le prestazioni e l’affidabilità delle nostre soluzioni sul campo, e la fiducia riposta in DroneShield da parte di chi vi fa affidamento” [19].

Gli investitori se ne sono accorti rapidamente. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2025, il titolo DroneShield è balzato in modo spettacolare (a un certo punto in rialzo di circa il 15% in un solo giorno [20], aggiungendosi a un rally di oltre il 30% durato una settimana [21]). La tempistica ha coinciso non solo con gli annunci di DroneShield, ma anche con notizie geopolitiche più ampie. A fine settembre, i leader dell’UE hanno presentato i piani per una “Eastern Flank Watch” che include una “drone wall” su tutta la frontiera con la Russia per rilevare e intercettare UAV ostili [22]. Questa iniziativa europea di alto profilo – spinta dalle recenti incursioni di droni russi nello spazio aereo della NATO – ha acceso i riflettori sulle tecnologie anti-drone in generale. Gli analisti affermano che tali sviluppi “hanno aumentato significativamente l’attrattiva di DroneShield”, poiché l’azienda è un noto produttore dei disturbatori portatili e dei sensori necessari per questi programmi [23] [24]. (In effetti, Defense News riporta che il piano dell’UE finanzierà sistemi avanzati di rilevamento, tracciamento e intercettazione per un valore di miliardi [25] [26].)

L’attività e la tecnologia di DroneShield. DroneShield è un’azienda di tecnologia per la difesa pura specializzata in sistemi anti-velivoli senza pilota (C-UAS). Opera da Sydney, Australia, e Northern Virginia (USA), posizionandosi al centro della collaborazione difensiva occidentale (l’Australia è un partner NATO/AUKUS) [27]. L’azienda sviluppa e vende una gamma di prodotti anti-drone che forniscono una protezione stratificata contro le minacce dei piccoli UAV. Le sue soluzioni coprono diversi “scaglioni” – dal singolo soldato alle installazioni fisse. Ad esempio, il suo RfPatrol Mk2 è un rilevatore RF compatto, indossabile, che pesa solo circa 1,2 kg. Il RfPatrol scansiona passivamente lo spettro RF alla ricerca di segnali di controllo o telemetria dei droni e avvisa immediatamente l’utente tramite segnali visivi, vibrazione o audio quando viene rilevato un UAV [28]. Questo consente alla fanteria o alle forze di sicurezza di ricevere un allarme precoce sulla presenza di droni nelle vicinanze senza bisogno di alcun addestramento speciale o attrezzature ingombranti. Sul lato della neutralizzazione, il jammer di punta di DroneShield è il DroneGun Mk4 – un’arma elettronica a spalla, simile a un fucile a pompa, che può disturbare simultaneamente il collegamento di comando, il collegamento video e/o il GPS di un drone. L’utente deve semplicemente puntare il DroneGun verso un drone indesiderato e premere il grilletto. Come spiega Breaking Defense, la raffica di interferenze radio del DroneGun di solito “costringe un drone ad atterrare verticalmente sul posto in modo controllato o a tornare dal suo operatore”, interrompendo qualsiasi raccolta di informazioni o minaccia cinetica [29]. Insieme, RfPatrol e DroneGun formano un kit “detect-and-defeat” leggero e portatile, adatto a soldati e primi soccorritori [30] [31].

Dietro a questi prodotti hardware c’è un sofisticato software guidato dall’IA. DroneShield aggiorna continuamente il suo database delle minacce e gli algoritmi di apprendimento automatico affinché i suoi sistemi possano riconoscere nuovi modelli di droni e firme RF. Questi aggiornamenti trimestrali di firmware e software vengono forniti tramite il portale cloud sicuro di DroneShield (un modello di abbonamento SaaS), garantendo che le unità dispiegate rimangano aggiornate contro le minacce in evoluzione [32] [33]. L’azienda vende anche installazioni su larga scala: sistemi montati su veicoli e postazioni fisse che combinano radar, sensori elettro-ottici e moduli di disturbo RF in una rete coordinata. Nei comunicati stampa e nelle notizie, DroneShield sottolinea che la sua fusione integrata dei sensori crea una “architettura di difesa a strati” contro i droni [34] [35]. In breve, il modello di business di DroneShield è offrire kit C-UAS compatti e portatili per soldati integrati da soluzioni scalabili in rete, il tutto supportato da continui aggiornamenti software/IA.

Contratti e partnership principali. Nel corso dell’ultimo anno, DroneShield ha ottenuto una serie di accordi di alto profilo in diversi mercati. In Europa, l’azienda ha concluso un accordo da record nel giugno 2025: tre contratti successivi per un totale di 61,6 milioni di AUD tramite un rivenditore locale per un cliente militare europeo non specificato [36]. Questo singolo ordine ha superato l’intero fatturato di DroneShield per il 2024 [37]. Include rilevatori e jammer portatili (come RfPatrol e DroneGun) e sarà consegnato entro il terzo trimestre 2025. La direzione ha dichiarato che l’ordine proviene da un “rivenditore privato locale” incaricato di rifornire un cliente militare europeo. L’accordo sottolinea la crescente presenza di DroneShield in Europa – un mercato ora sostenuto dall’iniziativa ReArm dell’UE, che destina circa 800 miliardi di euro alla spesa per la difesa [38] [39]. Infatti, DroneShield riporta di avere 1,1 miliardi di AUD in opportunità di progetti attivi su 55 programmi europei [40], e sta istituendo un “Centro di Eccellenza” europeo (hub di produzione/formazione) per supportare questi contratti [41].

In Nord America, il recente aumento è stato guidato dagli ordini della difesa statunitense. Come già detto, due piccoli contratti del valore di 7,9 milioni di dollari australiani sono stati assegnati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per sistemi portatili [42]. Questi sono il seguito di precedenti acquisti da parte del DoD. Dal 2023, DroneShield ha ora vinto circa 49 milioni di dollari statunitensi in contratti governativi statunitensi, secondo un’analisi di Breaking Defense [43], e mantiene un portafoglio di opportunità da centinaia di milioni in Nord America. L’azienda si sta preparando a produrre parte delle sue apparecchiature a livello nazionale: nell’agosto 2025, DroneShield ha annunciato l’intenzione di offrire versioni prodotte negli Stati Uniti e nell’UE del suo rilevatore RfPatrol a partire dal 2026, per soddisfare i requisiti di approvvigionamento “sovrano” [44]. DroneShield ha inoltre aperto un centro operativo nella Virginia del Nord per coordinarsi meglio con gli alleati statunitensi [45].

In Australia, DroneShield ha vinto un contratto storico nell’ambito del programma Project LAND 156 (Line of Effort 2) del governo nel luglio 2025 [46]. Questo premio faceva parte di una gara competitiva per fornire kit C-UAS portatili alle Forze di Difesa Australiane. La quota di DroneShield era di circa 5 milioni di dollari australiani su un premio multi-vendor di circa 16,9 milioni di dollari australiani [47]. Questo vedrà DroneShield consegnare i suoi sensori portatili RfPatrol e i jammer DroneGun all’ADF. Il Ministro della Difesa Pat Conroy ha elogiato il ruolo delle aziende australiane nel progetto. Il CEO Oleg Vornik ha commentato che il premio riflette “la crescente necessità operativa di capacità portatili di contrasto ai droni” nell’ADF [48]. DroneShield si sta inoltre posizionando come integratore di sistemi per le future fasi del LAND 156, sfruttando la sua esperienza nella fusione di sensori e nella guerra elettronica [49].

Performance finanziaria e prospettive. I recenti utili di DroneShield hanno riflesso il suo flusso di ordini in forte crescita. Per la prima metà dell’anno fiscale 2025 (che termina a giugno 2025), l’azienda ha riportato un fatturato di 72,3 milioni di dollari australiani – in aumento del 210% rispetto al primo semestre dell’anno fiscale 2024 – e un utile prima delle imposte di 5,2 milioni di dollari australiani [50]. Questo ha rappresentato un’inversione di tendenza drammatica rispetto a una precedente perdita. Il fatturato totale per il 2024 è stato di circa 57,5 milioni di dollari australiani [51], quindi il solo trimestre di giugno 2025 (38,8 milioni di dollari australiani) ha rappresentato un trimestre da record (circa un aumento del 480% rispetto a un anno prima) [52]. La direzione osserva che gran parte del fatturato dell’anno fiscale 2025 è ora garantito: a metà 2025 l’azienda aveva 176,3 milioni di dollari australiani di ricavi contrattualizzati o altamente visibili (rispetto ai soli 57,5 milioni di dollari australiani per tutto l’anno fiscale 2024) [53]. Anche la generazione di cassa è migliorata; DroneShield ha chiuso giugno 2025 con circa 204 milioni di dollari australiani in contanti e investimenti a breve termine, con praticamente zero debiti [54]. (Un maggiore consumo di cassa operativa – fino a circa 8,5 milioni di dollari australiani al mese – è finanziato da questi incassi e da un margine lordo del 71% [55].)

Gli analisti sono ottimisti sulle prospettive. Shaw and Partners (un broker di Sydney) prevede una crescita continua, osservando che quasi tutte le principali consegne sono attese nella seconda metà del 2025 e ribadendo un rating Buy con un target di 3,60 A$ [56]. L’analista ha sottolineato che l’enorme pipeline di DroneShield (2,34 miliardi di AU$ su 310 progetti attivi) potrebbe portare a ulteriori contratti nel 2025–26, soprattutto mentre gli arsenali militari occidentali modernizzano le loro difese C-UAS [57]. Anche con le attuali valutazioni elevate, la corsa del titolo non ha scoraggiato l’interesse. IG Markets ha osservato che gli investitori stanno “affluendo” su DroneShield come beneficiaria dell’aumento dei budget globali per la difesa [58]. D’altra parte, alcuni mettono in guardia sul fatto che il titolo viene scambiato a multipli elevati. Una nota di ricerca osserva che la capitalizzazione di mercato di DroneShield è ora superiore a 18× i ricavi previsti per l’esercizio 2025 [59], il che implica aspettative elevate che tutti i contratti e gli obiettivi di vendita saranno raggiunti.

Tendenze del settore e fattori geopolitici. Le fortune di DroneShield rispecchiano tendenze più ampie: il mercato anti-drone è in forte espansione. Secondo gli analisti del settore, il mercato globale anti-drone valeva circa 3,75 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che crescerà fino a oltre 14,5 miliardi di dollari entro il 2030 (con un tasso di crescita annuo di circa il 26,5%) [60]. Questo boom è guidato da tre fattori: (1) la diffusione capillare di piccoli droni economici (usati per sorveglianza o attacchi) in conflitti come la guerra in Ucraina; (2) incursioni di droni in spazi aerei civili di alto profilo (ad esempio, recenti UAV russi che volano vicino ai confini della NATO); e (3) i principali governi che destinano enormi budget al C‑UAS. Ad esempio, il pacchetto “Eastern Flank Watch” annunciato di recente dall’UE finanzierà come priorità immediata una “barriera di droni” composta da reti di radar e sensori per proteggere gli stati membri dalle minacce aeree [61] [62]. Il piano si aggiunge a una partnership UE–Ucraina sui droni da 7 miliardi di euro ed è parte di una mobilitazione industriale per la difesa dell’UE da circa 800 miliardi di euro (“ReArm Europe”) [63] [64]. In Asia, paesi come India e Giappone stanno analogamente rafforzando le difese aeree; le previsioni di mercato indicano che l’Asia-Pacifico vedrà la crescita più rapida del settore anti-UAS (CAGR del 30%) grazie allo sviluppo locale di droni e agli investimenti nella difesa [65]. Anche i settori civili sono coinvolti: gestori aeroportuali, aziende di servizi pubblici e sedi di eventi (dove i droni rappresentano un rischio per la sicurezza) stanno iniziando a implementare sistemi di rilevamento [66] [67].

Questi cambiamenti geopolitici hanno direttamente favorito DroneShield. I suoi sistemi collaudati sul campo di battaglia (testati contro minacce reali in Ucraina) sono ora richiesti da eserciti occidentali e agenzie per le infrastrutture. L’azienda si sta espandendo dall’hardware puro ai servizi guidati dal software per sfruttare questa tendenza: nel 2025 ha lanciato SentryCiv, un servizio in abbonamento di sola rilevazione di droni per installazioni civili come aeroporti e stadi. DroneShield riporta che i suoi ricavi SaaS (attraverso il portale cloud) sono cresciuti del 177% nel primo semestre 2025 (anche se rappresentano ancora solo circa il 5% delle vendite totali) grazie all’introduzione di miglioramenti AI e licenze software [68]. Sul fronte produttivo, DroneShield sta aumentando la capacità a livello globale. Oltre al nuovo stabilimento di Sydney (3.000 m²) e al centro R&S annunciato a metà 2025 (valore 13 milioni di dollari australiani) [69], l’azienda sta collaborando con partner per assemblare sistemi negli Stati Uniti e nell’UE, e sta investendo nella produzione conto terzi per raggiungere un ritmo produttivo di decine di migliaia di unità all’anno [70] [71].

Concorrenza: DroneShield compete in una nicchia della difesa molto affollata. I principali contractor storici – Raytheon/Raytheon Australia, Lockheed Martin, Rafael e IAI israeliane, Leonardo italiana, Saab svedese e altri – offrono radar anti-drone, laser e sistemi a missili per applicazioni di difesa su larga scala [72]. Anche aziende tecnologiche statunitensi come L3Harris, Northrop Grumman e Boeing hanno divisioni C-UAS. Tra i concorrenti più piccoli e specializzati ci sono Dedrone (azienda tedesco-americana che utilizza sensori camera/RF), Fortem (USA) e varie aziende israeliane. Ciò che distingue DroneShield è il suo focus su equipaggiamenti portatili, a livello di soldato e sul disturbo RF. Vendendo kit leggeri e facili da usare (ottimizzati per singole unità, polizia o squadre di sicurezza) invece che solo laser da megawatt o missili antiaerei, DroneShield punta a un mercato ampio. I suoi prodotti sono spesso più accessibili e facili da implementare rispetto ai grandi sistemi, il che può attrarre molti paesi che vogliono dotarsi rapidamente di capacità C-UAS. Detto ciò, DroneShield sta sempre più collaborando o vendendo in partnership con grandi nomi per programmi di difesa stratificata. Ad esempio, ha lavorato con produttori locali (in Australia) e si sta allineando con system integrator (in progetti NATO) così da poter competere sia per commesse piccole che grandi.

Cosa dicono gli esperti: Gli osservatori sono positivi sulla traiettoria di DroneShield. L’analista di IG Market Tony Sycamore ha detto agli investitori che i nuovi contratti dell’azienda e l’aumento generale della spesa per la sicurezza hanno spinto un’ondata di acquisti: gli investitori “hanno continuato ad accumulare” DroneShield alla fine del 2025, ha affermato, prevedendo investimenti sostenuti nella difesa contro la tecnologia anti-drone [73]. Anche l’analista di Shaw & Partners Abraham Akra ha sottolineato il forte slancio di DroneShield e il suo posizionamento come leader globale nel jamming C-UAS [74]. Anche dal lato dell’offerta, l’azienda riceve conferme. Vornik, il CEO, ha osservato che la “guerra irregolare dei droni” in Ucraina ha mostrato ai militari che “soluzioni avanzate e adattive di contrasto ai droni” sono ormai una questione di “resilienza nazionale” e non più un equipaggiamento opzionale [75]. In Australia, il Ministro Conroy ha evidenziato l’innovazione di livello mondiale di DroneShield, e il team esecutivo di DroneShield sottolinea che il feedback dal campo (soprattutto dall’Ucraina) sta rendendo la loro rilevazione AI più precisa e affidabile [76] [77]. In breve, sia i leader aziendali che gli investitori sottolineano che la tecnologia di DroneShield viene testata in battaglia e adottata a livello globale proprio mentre le potenze mondiali raddoppiano gli investimenti nel C-UAS.

Outlook – Cosa c’è dopo: Guardando al futuro, DroneShield è pronta a soddisfare l’attuale backlog mentre cerca nuove vittorie. L’azienda ha indicato che evaderà gli ordini della difesa statunitense dalle scorte esistenti entro il quarto trimestre 2025 [78], e comunicherà i risultati trimestrali a fine ottobre. Oltre a ciò, i principali catalizzatori includono la conversione dell’ampio portafoglio di vendite in ordini (molti di questi 310 progetti attivi [79]) e il lancio di prodotti di nuova generazione. Già nel 2025 DroneShield ha introdotto un processore di segnali basato su IA (modello “RFAI-32”) per migliorare la velocità di rilevamento [80] e ha ampliato il proprio portale cloud per gli aggiornamenti firmware, collegando oltre 1.000 dispositivi per aggiornamenti automatici [81]. Nel 2026 prevede di lanciare versioni localizzate delle proprie apparecchiature (RfPatrol prodotto negli USA/UE) per soddisfare le politiche di approvvigionamento [82]. Se l’UE porterà avanti la propria iniziativa di difesa anti-drone e le forze armate alleate accelereranno gli acquisti C-UAS, DroneShield potrebbe aggiudicarsi ulteriori contratti multimilionari. Al contrario, gli analisti avvertono che le alte aspettative significano che qualsiasi intoppo nelle consegne potrebbe mettere pressione sul titolo (che già tratta a una valutazione premium [83]). Per ora, tuttavia, la narrazione dominante è quella di una domanda in crescita: come osserva un commentatore del settore, “i contratti governativi su larga scala… evidenziano la fiducia nella tecnologia [di DroneShield]” e offrono punti di ingresso nei mercati alleati [84].

Nel complesso, il recente aumento delle azioni di DroneShield riflette una confluenza di notizie positive: traguardi record nelle vendite, nuovi accordi con il DoD, prospettive di settore in forte crescita e conferme dagli eventi mondiali. Gli investitori seguiranno con attenzione il prossimo rapporto sugli utili e i continui annunci di contratti per vedere se l’azienda riuscirà a mantenere questa crescita. Considerate le minacce crescenti provenienti dai piccoli droni – dai campi di battaglia militari alle infrastrutture critiche – la combinazione di sistemi portatili di disturbo e rilevamento basato su IA di DroneShield sembra arrivare sul mercato proprio al momento giusto [85] [86].

Fonti: Sono state consultate autorevoli notizie, documenti societari e analisi di settore, inclusi i recenti comunicati stampa di DroneShield [87] [88] [89], note di ricerca finanziaria [90] [91], e copertura dell’industria della difesa [92] [93]. Tutti i dati chiave e le citazioni sono stati attribuiti a queste fonti.

The secret rise of Droneshield..

References

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